sabato 28 maggio 2016

Torbjorn spacca il mondo nel sesto fumetto di Overwatch


Overwatch è uscito da alcuni giorni e, nonostante si sia conclusa, con "Eroismo", la prima stagione dei corti animati, non si può dire altrettanto dei fumetti che ha da poco toccato quota sei con questo nuovo numero.

Protagonista di questo sesto capitolo è il nano svedese Torbjorn
Per quelli di voi che non lo conoscessero, Torbjorn è uno dei membri principali della defunta Overwatch e in quanto nano, è una sorta di fabbro (ha costruito, fra le varie, cose l'armatura di Reinhardt), razzista verso gli Omnic e famoso per le molte citazioni all'IKEA.

È probabilmente uno dei miei personaggi preferiti da diverso tempo, sia per il suo carisma che per la sua efficacia sul campo di battaglia.

Oltre ad augurarvi buona lettura con il fumetto che trovate QUI, voglio salutarvi con il mio piccolo tributo al gioco che potrete gustare qui sotto.

Buona Visione.



lunedì 23 maggio 2016

QUEST! Unboxing del box #Lootcrate di Aprile!


Quello di Aprile, se paragonato ai mesi di Marzo e Febbraio, è stato un mese per certi versi deludente per quanto riguarda il box LootCrate. Capirete meglio guardando l'unboxing qui di seguito.

P.S. scusatemi per il ritardo, purtroppo non ho potuto caricare prima il video a causa di vari impegni personali.







Overwatch: un pensiero sul corto "Eroismo"


Passare da "Draghi" a "Eroismo" non è facile. Da una parte abbiamo forse il miglior esempio di corto animato di Overwatch proposto sino ad ora, dall'altra, forse il peggiore. Questo ragionamento, badate bene, si basa esclusivamente sui contenuti proposti dai quattro filmati proposti sino ad ora da Blizzard.
Ma questo perché, a prescindere dal contesto, Draghi è il più completo, sia artisticamente (con cambi di stile e di narrazione azzeccamitissi), tempistiche e schemi narrativi. Ma da questo punto di vista, anche Alive e Recall non sfigurano, seppur in maniera "meno completa". Eroismo, al contrario non mi ha trasmesso nulla. E non parlo di emozioni sia chiaro (è un video molto adrenalinico e dalla musica coinvolgente dopo tutto) ma di quello che questi corti dovrebbero trasmettermi: un contesto, sia generale ma sopratutto specifico del personaggio al centro della vicenda.

Soldato 76 (personaggio che io non amo particolarmente ma forte dal punto di vista della narrazione, vista la sua centralità all'interno di Overwatch) è, in questo caso, estremamente fuori luogo (estremamente, ma non totalmente).

Se infatti ci viene sottolineato ancora una volta il suo essere un vigilante dalla mano pesante ma con dei sani principi, non ci viene proposto nient'altro. In Recall ci è stato mostrata l'inesauribile fiducia nel futuro di Winston, il suo passato, l'origine del suo nome e l'evento scatenante che lo ha convinto a richiamare in azione gli agenti di Overwatch; Tracer e Widowmaker si trovano al centro di un'evento fatidico nell'universo del mondo di gioco (successivo però alla caduta dell'organizzazione a tutela della pace tra Omnic e Umani); in Draghi abbiamo di tutto: Azione, accenni al passato, piani narrativi e stilistici differenti e tempi ineccepibili. Qui invece c'è veramente poco. In sostanza questo corto poteva avere un qualsiasi setting è non sarebbe cambiato nulla, o meglio, la bambina non sarebbe stata ispanica probabilmente e non avremmo avuto la mitragliatrice che salta fuori dalle piñate. Non c'è un motivo effettivo per cui lui si trovi in Messico (se non picchiare gente random), non c'è nulla che venga contestualizzato più di un "È Soldier 76, fa il vigilante, picchia i cattivi", e questo avrebbe anche senso... Se i cattivi avessero un senso. E invece no, sono degli anonimi delinquentelli che vengono pestati a sangue.

Ma perché la cosa mi fa infervorare tanto? Come ho scritto tra aprentesi, il potenziale narrativo di Soldier è fra i più grandi del roster (e se vi andate a leggere la biografia del personaggio o recupererete la grafic novel di prossima uscita capirete che intendo) ma qui viene sfruttato malissimo e con pressapochismo.
Insomma una mezza delusione.





domenica 22 maggio 2016

Overwatch: Ecco il fumetto dedicato a Pharah


Lo so che siete ancora tutti eccitati per il video di Genji e Hanzo che si gonfiano di botte, ma vorrei ricordarvi che quella di Overwatch è una narrazione transmediale che prevede anche la realizzazione di web comics dedicati agli altri personaggi. E fra l'attesa del quarto corto dedicato a Soldato 76 in arrivo Lunedì e un artwork fatto basandosi su un disegno di una bambina, ecco che spunta il fumetto dedicato alla soldatessa volante egiziana Pharah.



lunedì 16 maggio 2016

Genji contro Hanzo: I fratelli Shimada si picchiano nel terzo corto di "Overwatch" intitolato "Dragoni"


Ed eccoci qui. Come promesso pochi giorni fa, vi parlo del terzo corto animato di Overwatch, che vede per protagonisti Genji ed Hanzo.

Ora, non voglio spoilerarvi troppo, perché dovete godervi il filmato in tutta la sua bellezza, ma voglio fornirvi alcune mie impressioni personali.

Questo è probabilmente il più bel corto dei tre pubblicati sino ad ora, anche se forse non c'è quel trasporto emotivo visto nei precedenti (gli occhioni di Tracer e Winston da cucciolo hanno il loro perché). Sicuramente compensa alla grande con le adrenaliniche scene d'azione (lo scontro tra i Draghi è fantastico) e con una miscela di stili azzeccati e complementari. 
La cosa più interessante riguarda però l'intreccio, legato non tanto ad uno scontro random dei due, o al passato (narrato tramite i disegni in stile giapponese) ma il primo vero incontro fra due fratelli che si ritrovano dopo innumerevoli anni.

Insomma ottimo lavoro come sempre Blizzard!

Ora io vi lascio al video in lingua originale. Se preferite la versione doppiata in italiano, potete trovarla qui

.

venerdì 13 maggio 2016

Altro giro, altra corsa: quarto digital comics di Overwatch dedicato a Symmetra


Ok, che ero in ritardo, ma non ho fato in tempo a pubblicare il post sul terzo che già pubblicano il quarto digital comics di Overwatch.

Altro giro, altra corsa insomma. Questa volta tocca alla bellissima indiana Symmetra.

Buona lettura QUI.

Junkrat e Roadhog protagonisti del terzo fumetto di Overwatch


Sì lo so sono in ritardo, ma visto che ormai ho iniziato, non sarebbe giusto troncare di netto questa cosa. 

Alcuni giorni fa è stato pubblicato il terso digital comics di Overwatch, questa volta dedicato ai due criminali australiani Junkrat e Roadhog.

Non è quindi strano che, visti i protagonisti, il titolo di queste 10 pagine sia "Rigare Dritto".

Comunque le informazioni interessanti su Overwatch non finiscono qui!
Lunedì infatti verrà pubblicato il terzo corto animato dedicato ai fratelli Shimada, di cui potrete vedere qualche breve frame in questo teaser. E dato che è quello che mi interessa di più di quelli usciti, per quanto Alive e Recall sian fighi, credo che ci scriverò due righe).

E ora, vi lascio alla lettura del nuovo volumino che troverete a questo link.

martedì 10 maggio 2016

Future Film Festival 2016: È sempre un piacere


Come ogni anno, nel periodo primaverile, si tiene a Bologna il Future Film Festival, uno dei più interessanti festival cinematografici in circolazione. Perché? Perché quello che ci troviamo di fronte è un festival rivolto ad un pubblico giovane, o meglio ad un pubblico che sia in grado di ampliare i suoi orizzonti. Non a caso da molti anni il cinema d'animazione (e non solo) orientale ed europeo la fa da padrone, spesso con film che gli spettatori nostrani non avrebbero modo di visionare. Il tutto accompagnato da incontri, spettacoli gratuiti all'aperto e proiezioni di un numero smodato di corti.
Quest'anno poi, ad attrarmi ancora di più è stato il tema dell'evento, "Welcome Aliens". La fantascienza è stato infatti uno dei leitmotiv principali della ricca sei giorni. E io da fan di fantascienza quale sono non volevo di certo tirarmi in dietro. Ma la volete sapere una cosa? Di tutto quello che son riuscito a vedere, per assurdo, niente faceva parte della suddetta categoria. Stessa cosa con le premiazioni finali (nessuno dei corti o delle pellicole vincitrici era tra quelle da me visionate). Il motivo è molto semplice, la mancanza di tempo del sottoscritto all'avvicinarsi di un esame (29 per la cronaca). Eppure non volevo perdere l'occasione e mi son fatto un piano d'azione che mi avrebbe permesso di vedere almeno una quantità minima di eventi, a differenza degli scorsi anni (sempre gli esami, questi maledetti). Quello che vi propongo quindi è solo un'assaggio di quello che il Future FIlm Festival ha saputo offrire, ma spero che possa spingervi a prendervi parte nel corso della prossima edizione.



Partiamo subito alla grande con uno dei titoli più attesi dal pubblico senza alcun dubbio, vale a dire The Boy and the Beast di Mamoru Hosoda.

La pellicola è stata osannata in ogni dove come un'assoluto capolavoro dell'autore di Summer Wars e The Wolf Children, io non la vedo propriamente così, ma ci arriveremo presto.
Si tratta di un buon film? Sicuramente. Però non un assoluto capolavoro (termine sin troppo abusato a mio parere), ma che di certo svetta nel mercato più commerciale, grazie ad animazioni fantastiche, musiche coinvolgenti ed alcune sequenze davvero adrenaliniche (le parti più riflessive di contraltare purtroppo restano vittima di qualche cliché e banalità di troppo) ad accompagnare una trama sostanzialmente solida nella sua semplicità. La storia che ci troviamo di fronte è sostanzialmente un racconto di crescita e maturazione reciproca, di confronto, di amicizia che sfocia in qualcosa di simile a quello che è il rapporto tra padre e figlio.
Insomma una pellicola certamente consigliata che però non raggiunge quei picchi di eccellenza di cui si parla tanto in questi giorni.



Psiconautas, di Alberto Vazquez e Pedro Rivero, seconda proiezione a cui ho assistito, è forse uno dei due progetti più interessanti da me visionati. La trama intreccia diverse storie di alcuni degli animali antropomorfi che abitano un'isola trasformatasi in una sorta di paesaggio post apocalittico dopo l'esplosione della centrale nucleare presente su un lato di essa.
Se non bastassero le tinte cupe ed i disegni alle volte grotteschi (in senso puramente estetico) a far capire che quella che ci troviamo di fronte non è una pellicola per bambini ci pensano le tematiche a metterlo in chiaro sin dai primi minuti: morte onnipresente, abuso di droghe, violenza, crimine organizzato, corruzione ed una spruzzata di gore che vanno ad aprire a ventaglio un intreccio che prende avvio da una tematica fortemente ambientalista ma che sfocia in tutt'altro, mantenendo però una sorta circolarità. Se proprio dobbiamo andare a cercare il pelo nell'uovo forse alcuni elementi non sono esplorati in maniera efficace e risultano essere poco chiari e non comprensibili a chiunque.
Interessante e d'impatto.



Sabato si è aperto con la seconda delle due pellicole di cui parlavo poc'anzi, vale a dire Long Way North, film d'avventura del francese Remi Chaye che vede come protagonista la giovane aristocratica amante dell'avventura Sasha in viaggio verso il Polo Nord alla ricerca di suo nonno Oloukine, famoso esploratore scomparso nel corso della sua ultima impresa.
Se il viaggio di Sasha ricalca a pieno gli stilemi classici dei libri e dei romanzi di genere (seppur in modo eccellente ed efficace) ciò che fa spiccare questo film sono sicuramente il comparto sonoro, registico (che ci consegna scorci naturalistici estremamente evocativi) e quello artistico.
I disegni sono infatti qualcosa di sublime, esaltati ulteriormente da animazioni fluide, merito in parte di un saggio impiego della computer grafica.


So che tutti forse mi prenderete per pazzo, ma The Ninja War of Torakage mi ha sorpreso. Eh già, un film di questo tipo è riuscito a stupirmi.
Il primo pensiero che mi balzò per la testa nel momento in cui vidi il film nel programma del festival fu quello di una pellicola di serie B che però volesse tentare a tutti i costi di mostrare una certa seriosità. 
Fortunatamente non è così.
Quello che ci siamo trovati di fronte, io e gli altri spettatori, è stato qualcosa di totalmente differente. Un film sì estremamente trash, ma consapevole di questa sua condizione. Gli sceneggiatori ed il regista hanno quindi potuto dare sfogo a tutta la loro follia tra camei improbabili e decontestualizzati, sfondamenti della quarta parete, parodie di tutti quelli che sono i classici del cinema d'azione giapponese ed orientale e scene bizzarre a dir poco.
Giusto per esser chiari, la sala è esplosa in un boato all'annuncio di un sequel poco prima dei titoli di coda.
Se siete amanti del trash dagli occhi a mandorla, buttateci un'occhio.



Come detto però al Future Film Festival c'è spazio per altro oltre alle canoniche proiezioni in sala. Di fianco a queste ultime, infatti, troviamo tantissimi altri eventi come l'interessantissimo seminario dedicato al libro di Simone Arcagnani "Visioni Digitali", incentrato sull'importanza del mondo digitale, dei videogame,e di tutte le altre nuove forme di media moderni nel mondo dell'intrattenimento e della cultura dei giorni nostri. Ma ovviamente la parte del leone spetta di certo alla proiezione dei corti in piazza proposti ogni sera. Purtroppo ho potuto assistere soltanto alla sessione di mercoledì 4 Maggio, e mi sento di consigliare sopratutto Deus Ex Therapis e Crabe Phare, senza nulla togliere a la maggior parte degli altri ovviamente (potrete in ogni caso trovare un'elenco completo di questi ultimi nel sito del festival).


Insomma, questa è stata la mia, purtroppo, limitata esperienza al Future Film Festival di quest'anno, spero comunque di avervi fatto interessare a questo interessantissimo evento che si tiene ogni anno a Bologna e a cui tento costantemente di partecipare con mediocri risultati da tre anni a questa parte a causa dei continui impegni.

Prima di salutarvi però, voglio lasciarvi con i vari vincitori del Festival (nessuno appartenenti al piccolo gruppo di quelli da me visionati), e lo faccio con un pizzico di orgoglio personale visto che tra i membri della giuria c'era anche uno dei miei mentori, Mario Bellina.

Platinum Grand Prize: Phantom Boy
Menzione speciale: Extraordinary Tales

Miglior Cortometraggio: Le bruit du gris
Menzione speciale: Tanzok

Premio Franco La Polla: "Io-giocatore, Io-avatar: meccanismi metaforici di autoriflessione nel videogioco"

Premio 12 ore di scrittura animata: MADDIE MADDOX
Menzione speciale: Blue Planet Vacancy

Miglior Corto - Premio del pubblico: We can't live without Cosmos
Miglior Corto -Premio del pubblico On-line: ORIPEAUX



mercoledì 4 maggio 2016


4 Maggio, da fan sfegatato di Star Wars dovrebbe essere uno dei giorni più belli dell'anno per il sottoscritto, ma da diversi anni, causa università, non è così. I miei festeggiamenti saltano infatti sistematicamente, ma quest'anno almeno una piccola soddisfazione, un piccolo sfizio, a riguardo vorrei togliermelo. Ed è qui che entra in gioco Amazon che mette in campo diverse offerte fighe a tema Star Wars, c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Io ovviamente ve ne segnalerò soltanto alcune, quelle che hanno maggiormente attirato la mia attenzione, ma ce ne sono anche di più!


E ora vi saluto che devo tornare a studiare piangendo pensando ad una maratona stellare che non avrà luogo neanche quest'anno.
May the fourth be with you!

martedì 3 maggio 2016

Mi annunciano Warhammer Dawn of War III: tra gioia e tristezza


FINALMENTE È SUCCESSO!

Dopo il teaser poco chiaro di ieri avevo la paura assurda che il mio cuore venisse devastato dalle aspettative che sarebbero state miseramente disattese, e invece è successo! Warhammer Dawn of War III è stato ufficialmente annunciato!

Non mi dilungherò nei dettagli nell'annuncio, per quello c'è l'articolo di I Love  Videogames, quello di cui voglio scrivervi è la mia grande emozione...e le mie paure che purtroppo si avvereranno.

Sono felicissimo dell'annuncio! Questo è uno dei sequel legati al brand di Warhammer 40k che attendevo con ansia da un'infinità di tempo, al pari di un improbabile sequel per Space Marines.
Il video di presentazione mi ha gasato tantissimo, vedere Space Marine, Orki e Eldar scontrarsi in una battaglia così campale (molto più grande a ben pensarci rispetto a quelle viste nei due video d'annuncio dei precedenti capitoli) fa ben sperare sulla scala di questo terzo episodio dell'infinita guerra galattica. 

La mia vera paura è però direttamente proporzionale al discorso della scala di cui sopra.
La serie è da sempre infatti all'avanguardia sul fronte tecnico, specie in confronto a buona parte degli altri RTS sul mercato, e son quindi praticamente certo che il mio povero PC non sarà in grado di sostenere un tale peso. Incrociamo le dita.

E ora, godetevi il video.



lunedì 2 maggio 2016

I videogiochi non hanno alcun confine creativo: lo dice Naughty Dog



Una recente intervista realizzata dai ragazzi di EveryEye (che spesso critico ma che questa volta voglio elogiare) fatta a Bruce Straley, Game Designer di Naughty Dog impegnato con Uncharted 4 (di cui su I Love Videogames abbiamo realizzato una corposa anteprima), mi ha dato un interessante spunto di riflessione. O meglio, diciamo che più semplicemente mi sfogherò.

L'intervista è infatti basata sulle tecniche usate dal team di sviluppo per realizzare lo story-telling dei suoi titoli attuali e futuri (articolo interessante e che vi consiglio di leggere quindi), ma che mi ha colpito sopratutto in un passaggio. Non per il contenuto in se ma per la fonte della frase che riporterò tra poco.


"Ogni tanto capita di incontrare persone che tracciano una linea, un confine, e sostengono che il videogioco possa essere definito tale solo se non supera quel confine. Sono sciocchezze. Il videogioco è un medium estremamente plastico, un medium che va esplorato senza limiti, valorizzando sempre la propria curiosità creativa"


Ho più volte ripetuto che questo post sarebbe stato scontato, banale e di semplice sfogo. Molti di voi infatti penseranno sicuramente che quelle riportate nella frase, nel 2016, dovrebbero essere bollate come ovvietà su cui non soffermarsi, ma a quanto pare non è così e ancora oggi schiere di imbecilli (sì senza mezzi termini) considerano quello che è a conti fatti uno dei media più malleabili a disposizione di ogni tipo di autore come obbligato a seguire un'unica strada. E non mi riferisco a nulla di preciso, perché sembra che ultimamente ci sia un fiorire di fronti, egualmente idioti, che sono depositari di lamentele sempre più degradanti: chi inneggia al puro gameplay, chi alle storie incredibili (portando poi esempi, su questo preciso campo, di dubbio gusto), chi non vuole sperimentazione, chi è ancora ancorato all'assurdo dogma del "una volta c'era la passione...", "gli sviluppatori continuano a fare come gli pare invece di fare quello che dicono i giocatori" (ho provato a spiegare a questo genio che un creativo deve render conto del prodotto che sta proponendo agli acquirenti soltanto ai suoi finanziatori, ma sembra che non gli sia entrato in testa). Insomma tutti concetti professati da personaggi che si presentano come "veri videogiocatori" ma che a conti fatti vorrebbero veder azzoppato quello che ritengono il loro medium preferito. 

E questa è una cosa contro cui io e tantissimi altri, da tempo ci battiamo, ma a quanto pare non sembra sufficiente. Per fortuna alle voci degli utenti e degli sviluppatori indipendenti spesso si affiancano personaggi di maggiore spicco, visti spesso come idoli intoccabili dalla community, proprio come in questo caso. La speranza è infatti che le parole di un elemento di spicco di uno dei team più amati al mondo possa far entrare un minimo di sale in zucca a queste teste vuote.

Sapete qual è la cosa più assurda di tutto questo discorso? Che le stesse persone che affermano cose del genere, nocive per per il medium in maniera palese, sono le stesse che poi si lamentano dell'apparente situazione stagnante (per loro esistono soltanto 3 o 4 giochi contemporanei, gli è quindi difficile accorgersi dell'immensa realtà che hanno attorno) del media. Che bella l'ipocrisia del genere umano (detto da un ipocrita come me tra l'altro :) ).