Prima di iniziare seriamente con questo post c'è da fare qualche premessa. Nel momento in cui sto scrivendo è passato più di un mese e mezzo dalla mia prova pratica avvenuta in occasione del Modena Nerd (prima edizione col botto per la cronaca) perché a causa di diversi impegni (coff coff università coff coff) ho avuto poco tempo oltre a poca ispirazione per scrivere praticamente qualsiasi cosa (sembra stupido ma la rottura del PC con annessa perdita dei testi per i futuri video del canale mi aveva alquanto sconquassato e tolto ogni voglia di scrivere anche qualche sciocchezza per diverso tempo). Nonostante tutto ciò, però, mi ero ripromesso di scrivere questo pezzo sia perché voglio farvi conoscere questi progetti sia perché potrebbe essere la spinta necessaria a farmi tornare la voglia di scrivere, e quindi eccoci qua. Mi scuso per questo ritardo con i ragazzi di Brain in the Box e di Virtual Craft Entertainment nella speranza che possano apprezzare comunque quanto ho da dire.
Ora non mi resta che augurarvi buona lettura (augurandomi che questo grosso gap temporale non mi faccia omettere troppi dettagli, incrociamo le dita).
Exit Limbo
Apriamo subito con il botto dunque. A dare il via alle danze è infatti Exit Limbo. Probabilmente, se mi limitassi descrivervi brevemente quelle che sono le apparenti premesse narrative del titolo realizzato da questo gruppo di ragazzi modenesi, mi prendereste per scemo. E come darvi torto dopo tutto?
Eppure non è soltanto questo. A farla da padrone è, infatti, un contesto onirico che miscela distopia, gore, decadenza, horror e tematiche forti come l'incapacità di integrarsi in una società estremamente conformista, la consapevolezza della propria diversità e l'autodeterminazione.
Com'è possibile tutto ciò? Beh semplice. L'avventura di Mr. Rhino è un'allegoria, allegoria di una vita fatta di rinunce ed isolamento. Egli vive in una quotidianità deludente, apatica, facendo un lavoro che non lo soddisfa, in un mondo in cui lui è apparentemente l'unico della sua specie e in cui il resto del mondo sembra omologarsi a quelli che sono i dettami dei poteri forti, plagiati dal consumismo sfrenato e dall'incapacità di opporsi a tutto questo. L'occasione di rivincita per Rhino non tarda però ad arrivare. Quando di punto in bianco verrà catapultato in una Modena (sì, il gioco è ambientato a Modena) terrificante abitata dai già menzionati ovini non-morti sarà obbligato a menare le mani per salvare la pelle e, probabilmente, stravolgere la propria esistenza.
Queste le premesse, ho cercato di non insistere troppo con gli sviluppatori per non rischiare eccessivi spoiler (cosa che vogliono evitare anche se visibilmente desiderosi di mostrare il loro progetto all'utenza nel modo più completo possibile), ma quello che sicuramente state aspettando voi è di sapere, pad alla mano, cos'ho testato.
Il team ha messo a disposizione una prima build, abbastanza embrionale, che rispecchia solo in minima parte quello che sarà il prodotto finale. I giocatori si ritrovano, infatti, all'interno di una zona delimitata, una vera e propria arena, in cui potersi picchiare vicendevolmente in combattimenti 1vs1 "disturbati" dalla costante presenza delle pecore divora-uomini. Tutto ciò con l'unico scopo di fornire una breve infarinatura di quelle che saranno le meccaniche di base legate agli scontri, tra colpi leggeri, pesanti, cariche, salti, prese e combo micidiali.
Purtroppo non c'è stato modo di testare quella che sarà la modalità regina della produzione, vale a dire la campagna. Da quel che mi è stato detto (e da quel che si può vedere dal filmato pubblicato) essa, oltre alla sovra-citata narrativa onnipresente, un forte accento verrà posto sulla cooperatività (il titolo è pensato per essere giocato da uno a quattro utenti contemporaneamente) con la possibilità, nel caso in cui si decidesse di vivere l'avventura in solitaria, di dividere in due il proprio alter-ego così da risolvere alcuni enigmi ambientali oltre a poter effettuare brutali combinazioni a due.
Insomma di carne al fuoco ce n'è tanta e se il gameplay ancora risente di una fase primordiale dei lavori a convincermi sono stati senza dubbio i concept legati alla narrativa (l'ideazione e realizzazione di personaggi e narrativa hanno tenuto occupato il team per circa un anno e mezzo) che sicuramente farà la gioia di tutti coloro che cercano un prodotto maturo e ricco di simbolismi (se verranno mantenute su livelli qualitativamente alti queste premesse).
P.S. fatevi un giro sul canale Yotube della band omonima che comporrà la soundtrack del titolo.
Voodoo
Totalmente diversa è, invece, la strada che hanno deciso di percorrere i ragazzi di Brain in The Box. Il loro Voodoo miscela elementi ripresi dal mondo dei survival e sandbox multiplayer in voga negli ultimi anni con altri ripresi da titoli come Shadow of the Colossus (a cui, vi ricordo, dedicai un articolo qualche tempo fa). Anche in questo caso, in occasione della fiera, ho avuto modo di mettere mano soltanto ad una piccola build molto arretrata del titolo e finalizzata soltanto ad espletare alcune delle potenzialità del prodotto, (ma avendolo potuto provare assieme alla mia ragazza ho potuto anche visionare alcune delle caratteristiche multiplayer del gioco).
Una volta arrivati sul luogo prefissato ci siamo trovati di fronte ad un mastodontico colosso dalle fattezze tribali (ricordate il riferimento di prima a SotC?) che, come nel capolavoro del Team Ico, inizialmente si è dimostrato innocuo sino alla nostra provocazione.
Abbattere il titano non è stato, però, troppo complesso una volta scoperta la tattica giusta, coadiuvati da un piccolo indizio visivo nella parte alta dell'HUD di gioco. In sostanza era necessario colpire il grosso mirino posto sul ginocchio, farlo cadere e poi colpire i restanti bersagli ai lati della testa. Sinceramente, per quanto divertente, devo ammettere che esplicitare fino a questo punto le debolezze del gargantuesco avversario toglie, in parte, quel brio che lo scontro dovrebbe scatenare nel giocatore, compensando comunque con una certa coriacità. Detto questo, però, c'è anche da sottolineare il fatto che, vista la tipologia ibrida del prodotto, era difficile ipotizzare dinamiche di scalata ed analisi simile a quella vista nell'avventura di Wander, ma sperare in diverse aggiunte tattiche da questo punto di vista nel corso dello sviluppo è più che comprensibile.
Nonostante quest'inezia resto comunque fiducioso sulla bontà del titolo che è stato in grado comunque di intrattenermi nel corso di tutta la prova e che ha svelato ben poche delle sue carte rendendo però esplicito il fatto che l'elemento social la farà sicuramente da padrone, che si tratti di cooperazione tra indigeni per abbattere un mastodontico idolo, progredire con la story-line, rovinare la giornata agli altri giocatori o, perché no, fondare un un intero villaggio.
Insomma, anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad un progetto da forte potenziale espressivo (a colpirmi è stato sopratutto il comparto artistico) che potrebbe sancire, assieme ad Exit Limbo e tantissimi altri titoli (non posso non pensare al Murasaki Baby di Ovosonico o a Nero di Storm in a TeaCup, solo per citarne un paio), l'affermazione dell'industria videoludica nostrana attraverso prodotti di qualità.
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