Oggi è stata la giornata fatidica del reveal ufficiale di Call of Duty: WWII, il nuovo capitolo della saga FPS probabilmente più influente dell'ultimo decennio e quindi ho pensato fosse giusto parlarne, dal mio punto di vista, proprio per tutto quello che questo titolo potrebbe rappresentare, basandomi sul trailer da poco pubblicato (e che vi lascio in calce al post) e sulle informazione rilasciate sino ad ora da Activision e SladgeHammer (quindi non stupitevi se tralascerò molti dettagli per concentrarmi sugli aspetti che mi premono maggiormente).

Ma questa volta le cose sono un pochino più interessanti proprio perché Activision sembra pronta ad assumersi, almeno in parte, qualche rischio.
Ci troviamo di fronte a quello che è, a conti fatti, un ritorno alle origini per ciò che concerne setting e tematiche e che di conseguenza potranno influenzare profondamente un gameplay che negli ultimi anni aveva trovato una nuova dimensione ben definita.


In sostanza, nonostante i rischi presi nello stravolgere la formula e affidando tutto al team con meno esperienza tra quelli a disposizione del colosso americano si è deciso di non fare altrettanto con la campagna optando per qualcosa di sicuro richiamo.
Gli elementi ci sono tutti: il D-Day, il "Grande 1 Rosso", le campagne francesi, gli scontri tra Panzer e Sherman. Insomma tutte cose che rimandano immediatamente all'immaginario classico che si ha della seconda guerra mondiale.
Ma di certo si poteva osare di più da questo punto di vista puntando, ad esempio, sul fronte orientale della guerra (tra l'altro già esplorato più volte nel corso della saga) o su operazioni che hanno segnato momenti d'arresto o complete disfatte per i contingenti alleati (come, ad esempio, Dunkerque) se non, addirittura, sfociare in qualcosa di mai tentato dal brand: metterci nei panni di un soldato dell'asse.

Io non rinnego in alcun modo il recente passato di Call of Duty, che anzi ritengo interessante ed intrigante sotto molti punti di vista, ma mentirei se non dicessi che sono piacevolmente colpito da questa completa scelta di voler dar vita ad un nuovo ciclo affidandosi, sopratutto, ad un team che ha dimostrato di poter dare tanto ad una saga così importante optando per un setting, tra quelli disponibili, di certo stra abusato ma ricreandolo in maniera, almeno a prima vista, convincente: sporco, violento e brutale.
P.S. sono stati confermati gli zombie (anche se quelli pop di Infinite Warfare restano probabilmente i più fighi insieme a quelli dai toni Lovecraftiani di Black Ops 3).
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