mercoledì 3 aprile 2019

Far: Lone Sails Recensione PS4


I casi strani della vita. Siamo alla seconda recensione di fila, dopo Evoland, in cui vi parlo di un gioco che ho già recensito qualche tempo fa, per di più, questa volta, sempre nel mio blog.
Ad aumentare il livello di difficoltà, inoltre, c'è il fatto che FAR: The Lone Sails è, a mio avviso, un'avventura che va vissuta, va amata e va interiorizzata, perciò parlarne una seconda volta è tutt'altro che facile.



Una seconda recensione per la versione console di un'opera come FAR è qualcosa, a mio avviso, limitante, quasi una fredda ripetizione di quanto già detto, di emozioni già provate e messe digitalmente su carta. Per cui questa sorta di analisi sarà un po' più corta del solito, concentrandomi su quanto una seconda run a distanza di un anno possa aprire a nuove prospettive e rinviandovi all'articolo del 2018 per ulteriori approfondimenti.


Salpare per un secondo viaggio nelle terre desolate di dell'opera dei ragazzi di Okomotive è stato certamente intrigante. È sicuramente vero che viene a mancare quell'elemento di unicità che va a contraddistinguere un capolavoro come Journey, dovuto ad una componente multiplayer unica ed incredibile, ma, in compenso, cambia l'approccio con cui si è spinti a partire.
La prima volta è il "cuore" ha dettare la via, ci si fa trascinare dalle emozioni che il titolo riesce a scatenare grazie ai sui silenzi, alle sue musiche e alle immagini di un mondo in cui la vita va avanti, a prescindere dal nostro passaggio.
Una volta giunti ai titoli di coda, dopo un finale trai più potenti che abbia mai sperimentato nella mia carriera videoludica, inizia a farsi strada la curiosità, la voglia di scoprire, di capire cosa si celi dietro al passato di quella terra desolata, di quel mare di sabbia, cenere, e polvere lungo il quale abbiamo dispiegato le nostre vele.


Questa necessità di scoprire, di avere risposte, va però fatta sedimentare, lasciata da una parte per un po', così da poter placare anche le emozioni in modo tale da non svilire quanto appena vissuto.
Un anno, un anno è stato un ottimo stacco temporale. Il tempo necessario per rivivere quelle emozioni in maniera genuina, affiancarle al ricordo ed essere in grado di poter scoprire qualcosa ma senza tralasciare quello stupore di un nuovo, piccolo, pezzo del puzzle che finalmente trova il suo incastro che, probabilmente, nella foga del momento non avrebbe avuto lo stesso impatto.
Per di più ho avuto la possibilità di compiere una scelta (sottolineo come il gioco non abbia bivi narrativi, e la mia è stata una scelta totalmente istintiva e non prevista da qualche schema) all'esatto opposto rispetto a quanto in occasione della mia prima prova. E questo perché, a cambiare è stata la visione d'insieme, ed il significato che ho attribuito a questo pellegrinaggio.


L'approdo su console di FAR: Lone Sails è una manna dal cielo. Un evento che attendevo da tempo e che finalmente ha avuto luogo così da permettere ad una nicchia sempre maggiore di utenti di poterlo scoprire e apprezzare. Una possibilità unica per vivere un'esperienza che, con molta probabilità vi resterà impressa e sarà capace di influenzare il vostro approccio al medium videoludico.

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