giovedì 17 dicembre 2015

Un po' di artwork per l'ormai cancellato Star Wars 1313



Ed eccomi qui ancora una volta chiamato a rosicare. perché? Perché sono usciti nuovi artwork di Star Wars 1313. Perché ci rosico? Semplice, perché il progetto non vedrà mai la luce (almeno così come è stato presentato e progettato) poiché cancellato definitivamente da Disney in seguito allo smantellamento di Lucas Arts.

Per tutti i dettagli vi rimando a QUESTO articolo, per il resto, godetevi queste splendide illustrazioni.
































Star Wars: Il Risveglio della Forza. O, come lo chiamerò d'ora in avanti, il giorno in cui piansi al cinema


Mettiamo subito le cose in chiaro, questa, a differenza delle scorze volte, non sarà una recensione (o almeno questa era l'idea), ma solo un resoconto estremamente SOGGETTIVO di un fan sfegatato che parla del nuovo film della sua saga preferita alla quale è legato da quando aveva due anni.
Inoltre, proprio per questo motivo, questo post sarà strapieno di SPOILER, quindi, visto che in questi giorni siamo arrivati al punto in cui, a costo di rovinare un'esperienza bella e felice ad altre persone (magari anche amiche) si vanno a cercare spoiler in rete, senza neanche andare al cinema, io vi avviso prima.


Che dire del film? Era quello che mi aspettavo, e posso dirmi soddisfatto.
Abrams ha voluto tastare il terreno miscelando a quella che è ormai la sua tecnica più che rodata per gli Sci-Fi (Regia e sceneggiatura mi hanno ricordato i suoi Star Trek) una quantità spropositata di citazioni, specie alla prima pellicola (A New Hope). Insomma un film per i fan realizzato da un fan che però sa con cosa sta lavorando, gettando delle basi per il futuro e prendendosi diverse libertà ma in maniera graduale (o almeno questa è l'idea, aspettando Episodio VIII).

Registicamente parlando, il buon JJ ha colto la palla al balzo e si è divertito con vari movimenti di macchina, trai quali spiccano sicuramente i long take e campi lunghi, senza dimenticare (purtroppo direi) una certa reverenzialità verso l'originale (purtroppo dobbiamo ancora subirci quelle transazioni di merda). Eh, a proposito di campi lunghi, togliamoci subito sto dente.
La morte di Han è per me un colpo al cuore. Sul serio, sapere di non poterlo più vedere nelle prossime pellicole, non sentire più le sue battutacce da canaglia di buon cuore, mi ha ucciso. Ed è forse questo il bello di un universo come quello di Guerre Stellari, il riuscire a far empatizzare lo spettatore con personaggi che sono palesemente delle macchiette, ma macchiette realizzate con criterio. Han è un personaggio semplicissimo, come tutti i protagonisti della trilogia originale è un'archetipo (un trickster in qualche misura). Eppure eccomi qua, quasi ad elaborare un lutto per una persona che neanche esiste.

Ma perché non spendere due parole anche sul suo "Carnefice", Kylo Ren, aka Ben Solo. Eh sì, ad ammazzare una leggenda come Han è stato proprio suo figlio, passato al lato oscuro in circostanze ancora poco chiare durante l'addestramento sotto la guida di Luke Skywalker (ci torneremo dopo). Kylo è un personaggio che mi ha convinto solo in parte, diciamo che al momento si vede il tentativo di decostruire Vader ma quello che ne viene fuori è un tizio complessato e frignone che neanche sà che diavolo sta facendo...e nel dubbio ammazza.

Sorprese molto gradite sono stati tutti i protagonisti da Rey a Finn fino a BB-8, rivelatisi perfetti per le meccaniche abramsiane, molto più dinamiche e inclini allo scambio di battute (come in Star Trek), con BB-8 in grado di rubare la scena in più di un'occasione.

Sono rimasto al contrario deluso dal Capitano Phasma. Presentata come una comandante di ferro, cazzutissima, si è invece rivelata una figura di sfondo praticamente impalpabile (e il primo che mi viene a dire "Eh ma anche Boba Fett non parla quasi mai" lo fucilo), specie in un capitolo come questo in cui gli Storm Troopers han forse una caratterizzazione migliore rispetto a quanto visto nei capitoli originali.
Ovviamente da ricordare la scena della fuga di Rey dalla camera delle torture con gli Storm che si defilano dallo sfogo di Ren.

Vorrei spendere due paroline per rispondere a tutti quelli che han cagato il cazzo dicendo "Eh ma è un film Disney, diventerà puccioso, ecc...". Beh, vediamo cosa abbiamo: La morte di un personaggio come Han Solo (l'ultimo degli stronzi insomma), Distruzione di 6 pianeti e della Nuova Repubblica dopo manco un ora di film, civili massacrati nei primi 5 minuti. Beh direi che come conteggio non c'è male. A questo aggiungiamoci che chi spesso ha mosso questa critica è fan dei film Marvel e (Tolti Fantastici 4, i Mutanti e poco altro) indovinate un po' chi li produce? No così giusto per spiegare il fatto che sia una critica campata in aria.

Ah poi ho sentito critiche riguardanti la distinzione netta tra Lato chiaro e Lato Oscuro. Buongiorno stelline. È guerre stellari, non House of Cards!



Bene, direi che possiamo concluderla qui, con un post scritto in piena notte più per l'emozione che per fare una vera e propria analisi (volevo scrivere una cosa da fan boy e l'ho fato), che potrebbe però arrivare dopo una seconda visione più analitica. Star Wars episodio VII è un buon film, che getta sapientemente le basi per questa nuova trilogia muovendosi sul terreno più agevole (supportato da una campagna marketing a dir poco soffocane) grazie sopratutto alle continue citazioni alla vecchia trilogia (nella chiusura ho pianto) ma osando quel tanto che basta per mettere in chiaro un mantra che JJ Abrams ripete da sempre: "Il vecchio che torna a nuova vita e si fa nuovo", così da poter accontentare i vecchi fan e poterne svezzare una nuova generazione dandogli in pasto nuovi eroi che possano considerare propri. Insommaè Star Wars, un nuovo Star Wars, ma realizzato con criterio.

lunedì 14 dicembre 2015

Italia campione del mondo di Magic: E sti cazzi?


Ok, Ok, ok...prima di linciarmi fatemi parlare. Ovviamente il titolo dell'articolo è una provocazione, ma non così distante da quello che è il discorso che cercherò di portare avanti qui di seguito.

Ora, questa è una notizia che fa piacere, vedere connazionali che primeggiano in una qualsiasi attività, da una gara olimpica, ad un mondiale di calcolo matematico fino ad un campionato di giochi di carte è sicuramente fonte d'orgoglio.

Quello che però non ho mai compreso è quella forma di vittimismo mista a stupore di tutti quegli pseudo-alternativi-finti nerd (sottolineo FINTI perché essere essere Nerd è un vanto quanto l'essere un'Otaku, ma questo è un'altro discorso, sul quale magari tornerò in futuro) che ogni qualvolta avvenga un evento del genere son pronti a scrivere frasi del tipo "Eh ma si parla solo di calcio (che poi da noi è il calco, negli Stati Uniti si fa la stessa cosa con il Football od il Basket) quando questi ragazzi han fatto tot". Beh ragazzi, buon giorno!

Da una parte abbiamo uno sport radicato da più di un secolo nella cultura popolare e mondana Europea, che per decenni si è conteso le attenzioni degli appassionati con ciclismo e corse automobilistiche, finendo con il prevalere. Un mercato talmente vasto ed importante da avere un ricavato totale di miliardi e miliardi di Euro. Dall'altra un'attività ricreativa (divertente, interessante, appagante quanto volete) che non è però parte di una vera e propria cultura popolare, è un intrattenimento, quasi elitario. Eppure queste reazioni si hanno soltanto con delle attività definite da "Geek", perché? Perché son quelle che vanno di moda al giorno d'oggi, sia fra i ragazzini amanti di videogames e giochi di carte sia trai finti alternativi che anche se non sanno minimamente cosa sia Magic, Yu-Gi-Oh, un E-Sport (e qui di soldi ne girano a palate comunque) o anche un qualsiasi Sport mediaticamente """"secondario"""" (certo bisogna far distinzione eh: Arti Marziali sì, ma se non fosse stato per le Olimpiadi di Torino voglio vedere chi si sarebbe mai azzardato a parlare di Kurling se l'Italia avesse mai ottenuto risultati rilevanti in questa disciplina) si mettono comunque a scrivere le loro lamentele sul perché "tutti pensano al calcio (che è per idioti) e non alla gara di tiro alla fune a 7 (che invece è per intellettuali)".

Sapete dove sta il vero inghippo del loro ragionamento (oltre che nell'ipocrisia di fondo ovviamente)? Nel fatto che quello che ne esce fuori è palesemente soltanto la semplice necessità di essere notati, del non esprimere il proprio io in favore di un'alternatività che non esiste, è solo di facciata, come un finto cinefilo che si spara 7 ore di film ungherese con sottotitoli in serbo-croato solo per dire di averlo fatto. Non c'ha quasi sicuramente capito una sega, magari ha anche dormito 6 ore e 50 minuti su 7, ma può dire di averlo visto, e può vantarsene su un social network. 
Ma anzi, non finisce neanche qui. No, no. Se dobbiamo essere incoerenti con noi stessi dobbiamo esserlo fino in fondo.
Spesso infatti che fa questo genere di post è lo stesso tipo di persona che si nasconde dietro al dito del "eh ma è una mia opinione" ma è pronto a giudicare (alla cazzo, per sport) chiunque abbia passioni diverse dalle sue, o più semplicemente più commerciali e mondane delle sue (che magari sotto sotto gli piacciono pure, ma guai a darlo a vedere, abbiamo una reputazione da difendere qui!).

Insomma nonostante tutto questo pippone, complimenti a questi 4 ragazzi che hanno compiuto una vera impresa, che spero non venga troppo martorizzata solo per far sentire importante qualche fallito del web.

Ecco il trailer di Independence Day 2: Resurgence


Dopo vari annunci, foto dal set, Goldblum che fa Goldblum e via dicendo, ecco il primo trailer della nuova fatica di Ronald Emmerich.
Come già detto in passato, questa volta gli alieni han le palle girate dopo l'ultima volta ma siccome son passati almeno una ventina di anni, l'umanità è pronta ad accoglierli. Beh, stando al trailer, più o meno.
Che mi aspetto da questo trailer di uno dei film il cui predecessore ha praticamente fatto capire a Michael Bay come fare film, solo che peggio? Beh, praticamente niente. Vorrei vederlo come un bambino e godermi soltanto alieni ed esplosioni a destra e a manca, ma visto tutto il patriottismo che pernea questa produzione (partendo dal trailer), son convinto che difficilmente mi sarà possibile, ma non voglio chiudere ogni possibile porta, magari potrei essere stupito, chi può dirlo :D 

Intanto eccovi il trailer.


Trailer di Natale di #GameStop: O ci sono accordi o rischiano la denuncia


Visto che siamo sotto le feste, visto che è uscito questo nuovo video, visto che sono un videogiocatore mi son detto "perché non parlare un pochino dello spot natalizio di GameStop?". Ed eccoci qui.

Il nuovo video realizzato dalla catena videoludica mi ha lasciato sensazioni contrastanti. Ovviamente l'idea di ricreare eventi videoludici in situazioni di assoluta normalità è sicuramente un'idea vincente in ogni circostanza. Fa presa sul pubblico e permette di mostrare in maniera creativa quelli che sono i titoli di punta della catena in un determinato periodo.
E anche in questo caso non si sfugge a tale assunto. Lo spot è divertente e dinamico ma quello che mi ha fatto sbarrare un po' gli occhi sono due frasi pronunciate nel corso dello stesso, vale a dire "This is for the Players" e "There's a gamer inside all of you". 
I più attenti le avranno sicuramente riconosciute, la prima è identica alla frase promozionale di Sony per la line-up di Playstation 4, mentre la seconda è un rimaneggiamento di quanto proposto nel corso degli anni da Activision con Call of Duty.

La domanda sorge quindi spontanea: li avranno i diritti?
Beh fondamentalmente credo di sì, non credo che una compagnia così grande possa fare una gaffe così plateale, eppure son preoccupato. Sarà tutto in regola? Ci saranno conseguenze? Solo il tempo potrà dircelo. 
Quello che è però chiaro è che queste frasi funzionano, hanno effetto su un pubblico pagante che viene messo in primo piano, fiancheggiato dai propri idoli digitali, che prendono così vita dinnanzi ai suoi occhi. Insomma fa sentire l'acquirente il vero eroe, e questa, sino ad ora, si è rivelata una strategia estremamente vincente (chi non ha mai sognato di esplorare delle antiche catacombe con Lara Croft in Rise of the Tomb Raider, o di partecipare a scontri agguerriti in puro stile Call of Duty Black Ops 3, correre tra i tetti di Londra assieme a Jakob e Evie in Assassin's Creed Syndicate, giocare con i propri campioni grazie a Fifa 16 o di vagare per le Wastlands di Boston come il viandante solitario di Fallout 4?). A questo unite una campagna natalizia aggressiva (e fidatevi, la mia ragazza lavora in un negozio della catena quindi so più o meno ogni cosa che accade lì dentro tra offerte, sconti, ecc...) e avrete un mixer esplosivo non da poco. In questo caso, tanto di cappello da parte mia.



Buzzoole

venerdì 11 dicembre 2015

Ed ecco finalmente il primo trailer di X-Men Apocalypse


Come anticipato nei giorni scorsi, oggi sarebbe arrivato il primo trailer ufficiale di X-Men Apocalypse, e così, puntualmente, è stato. 
Il video da soltanto un primo assaggio di quello che vedremo il prossimo anno nella pellicola, ma ci vengo mostrati, oltre ad Apocalisse (quasi sempre in ombra in ogni caso), i suoi 4 cavalieri.
Insomma una prima infarinatura per far incuriosire il lettore su quella che a prima vista dovrebbe essere la scala di questo terzo capitolo della "nuova saga dei mutanti". Sorpresa sorpresa, niente trailer Wolverine-centrico, ad ulteriore testimonianza di come ci si voglia sempre più staccare dalla paura di non poter avere successo senza Hugh Jackman (che comunque è confermato nel cast).




giovedì 10 dicembre 2015

Trailer per il sequel delle Tartarughe Ninja...MEH


Ok, ci siamo, prima o poi sarebbe dovuto accadere, e quindi eccolo qua, Tartarughe Ninja 2: Fuori dalle Ombre si mostra in tutto il suo """""splendore"""" nel primo trailer ufficiale.
In sostanza il mio primo commento è stato "Dai vabbé, peggio del primo sarà difficile"...lo spero.
Bisogna dargli atto del fatto che almeno ci stanno provando ad ingraziarsi i fan con Kasey Jones e  con il duo formato dai mutanti Bebop e Rocksteady.
È ancora una volta palese sin da questo trailer come la regia sia affidata ad una figura anonima nelle mani di Michael Bay, miscelando tutti gli aspetti negativi di quel mentecatto alla fastidiosissima fissazione per i flash di JJ Abrams
Ah e ovviamente non poteva mancare la sequenza Fan Service piccante con Megan Fox vestita da scolaretta Sexy, perché se non facciamo arrapare il pubblico di quattordicenni infogliati non siamo contenti.
Ecco, forse se il target fosse solo quello non avrei così tanti dubbi, ma purtroppo i fan storici appartengono ad una (o più) generazioni passate. Cercare di far convivere queste due anime non è sicuramente facile, e la prima volta non è che sia andata poi così bene. In tutto questo ficchiamoci di mezzo anche Shreder incazzato e un Warmhole con gli alieni e capirete bene che il rischio di creare un pasticcio confusionario è dietro l'angolo.

Però la musica ti entra in testa




Parliamo di questa Playstation Experience


La mia idea iniziale per il pezzo era di fare un recap completo di questo week end playstation-centrico il più completo possibile, dando così una copertura totale a tutto quello che era presente in fiera, senza limitarmi, come in passato, alle sole conference d'apertura (che sono in realtà solo la punta dell'iceberg di eventi del genere), sfruttando la maggiore settorialità dello show (insomma un "esperimento" per poterlo poi applicare alle future fiere più grandi e variegate). Ma man mano che ci pensavo mi rendevo sempre più conto di quanto la cosa sarebbe stata dispersiva e raffazzonata (ovviamente non avrei dato lo stesso peso a tutto e sarei finito con lo scordare qualcosa per un motivo o per un'altro), quindi ho deciso di virare su un più contenuto ma efficace "best of". Nessuna classifica top/flop, sia chiaro, ma semplicemente una lista di ciò che ha attirato maggiormente la mia attenzione (o cosa mi è dispiaciuto non vedere in toto) nel corso del fine settimana (potendo così muovermi al di fuori della conference iniziale ma senza divagare inutilmente, in fondo questo è il MIO blog). Insomma eccovi il Best of Playstation Experience 2015 di Lollo.

Si è Sposato!? O.O


Ad aprire le danze è stata Naughty Dog con, l'ormai scalpitante ai blocchi di partenza, Uncharted 4. La cosa interessante è sicuramente il filmato mostratoci. Di norma ci si aspetterebbe una sessione di gameplay ricca di esplosioni, inseguimenti al cardiopalma, sparatorie e adrenalina a mille e invece...e invece ci troviamo di fronte ad un filmato che ci mostra un Drake più intimo, ormai (apparentemente) lontano dalle avventure del passato, sposato, al suo primo incontro con il fratello ormai dato per disperso. Insomma una cosa del tutto inaspettata, che si distacca completamente da quelli che sono i canoni mediatici della serie. Il cambio di timone e l'influenza di The Last of Us si fanno sentire, è questo può far solo che piacere.
Ma in tutto questo, cos'è saltato all'occhio dell'utenza. Beh ovviamente quel piccolo particolare che potete notare nell'immagine di copertina: Le scelte multiple.
Ecco, queste hanno diviso molti sin dal primo momento tra chi le ha osteggiate come una semplice ma inutile aggiunta "perché va di moda", e chi li ha accolte in maniera entusiastica, forse anche eccessivamente. Io non dirò di posizionarmi nel mezzo, perché non sarebbe vero. Fondamentalmente pendo verso il secondo estremo, ma non in maniera sovrabbondante. 
Da cosa nasce infatti la polemica dalla concezione che la scelta multipla sia sinonimo di libertà e quindi di poter plasmare una propria storia tramite essa che quindi andrebbe a cozzare con l'idea stessa di una saga in cui la trama è già scritta. Eppure è quello che accade in The Walking Dead di Tell Tale. Il focus non è insomma dar vita alla storia del giocatore, ma dare maggiore spessore al protagonista e al rapporto con i comprimari che porterà, probabilmente ad un unico finale, ma ne esalterà il tragitto. Esemplificativa di questo è la scelta che viene mostrata nel trailer, con Nate chiamato a decidere quale delle sue avventure raccontare al fratello. Che cosa stiamo facendo con questo? Stiamo dando delle priorità. Questa scelta non cambierà la nostra esperienza, non ci farà scegliere il percorso A, B o C, ci farà semplicemente esprimere la nostra preferenza per la saga ma allo stesso tempo potrebbe iniziare a plasmare il rapporto con un familiare dato per disperso ma al quale quella faccia da schiaffi di Drake era particolarmente legato. Insomma non mi aspetto, non pretendo finali multipli o mutamenti intrinsechi delle vicende da questa meccanica, ma molto più semplicemente un fattore più narrativo che sleghi, almeno superficialmente, il nostro protagonista dall'unico binario (che porterà comunque ad un'unica stazione) imposto dagli sviluppatori. 
Certo non aspettiamoci uno Stanley Parable, non è quello lo scopo del progetto, ma sicuramente più "La storia di Nathan Drake" e meno "La storia di Uncharted" (so che è un concetto espresso male ma spero che sia arrivato).


"Il VR non interessa a nessuno"



Ecco questa frase, dopo quanto visto, sembra semplicemente una battuta ironica, eppure è stata detta da alcuni esponenti della stampa di settore italiana... ed in maniera seriosa.
Devo essere sincero da sempre non sono un grande estimatore degli attuali progetti di realtà virtuale in toto, non che li osteggi, ma mi hanno lasciato comunque indifferente.
Ma con una line up di questo tipo, per una periferica giovane, direi che dire che è totalmente assente l'interesse per essa (sia da parte del pubblico, sia della stampa che, anche, dello stesso sviluppatore)
denota soltanto la necessità di richiamare attenzioni su di sé e sulla propria testata. Insomma tra palco e interviste si è capito che, anche se ancora embrionale, il parco titoli di Playstation VR (continuo a preferire il nome Morpheus, ma il pubblico medio non arrivava a capire che WiiU è una console e non un controller, figuriamoci se arriva il messaggio con un nome evocativo come "il signore dei sogni" ma alieno alla massa) si dimostra variegato e già di per sé promettente. 
Ovviamente non è tutto oro quel che luccica ma tolte alcune palesi Tech Demo riadattate abbiamo a che fare con una molteplicità di titoli invidiabile, in esclusiva, già da prima del lancio. Si va infatti da nomi altisonanti come lo spin off di Psychonauts, ad Ace Combat 7 (esclusiva PS4, per cui il visore non è obbligatorio ma cavolo vuoi mettere volare con un caccia in realtà virtuale!?), Robinson (il nuovo progetto Crytek in esclusiva, al momento, con i dinosauri) passando per un remake dello storico Rez, denominato qui Rez Infinite (che vedo come una specie di trip d'acidi legalizzato) o per titoli fuori di testa come 100ft Robot Golf fino ad arrivare a progetti più particolari come Eagle Flight di Ubisoft (che mi ha riportato alla mente i lavori di That Game Company) o Golem ( a proposito, andatevi a vedere il video della playstation Experience che vi lascio qui).
E questo solo per citarne alcuni. Insomma tutt'altro che periferica snobbata. A questo aggiungeteci che una buona fetta della conference d'apertura è stata dedicata ad essa e avrete un quadro un po' più chiaro della situazione e del perché "non interessa a nessuno" sia abbastanza una vaccata.


"Square ci Ruba i soldi!"


Ragazzi scusatemi il termine ma, che puttanaio che ha tirato fuori Final Fantasy VII Remake durante questa Playstation Experience!?
Sinceramente non sono un fan accanito della serie (non ci sono cresciuto e pian piano sto recuperando qualcosina qua e là) ma devo essere sincero, anche io, allo scorso E3, mi ero un filino emozionato durante l'annuncio. Parliamoci chiaro, è probabilmente il progetto più importante di Square Enix da molti anni a questa parte, il cui teaser di debutto alla fiera losangelina era stato in grado di far impennare sin da subito le azioni dell'azienda (dimostratasi capace degli ultimi anni di centrare il bersaglio con i progetti occidentali come Deus Ex o Tomb Raider, ma fallace quando c'è stata la necessità di sporcarsi le mani in prima persona), un progetto mediaticamente più importante di Final Fantasy XV o dell'attesissimo Kingdom Hearts 3. Insomma, roba da maneggiare con cura.
Onestamente, da non fan della serie, devo ammettere che un ghigno di gioia misto ad un velo di malizia si è stampato sulla mia faccia nel momento in cui ho visto le sezioni di gameplay, ovviamente action, ansioso delle lamentele dei fan che si aspettavano un combattimento a turni standard. Ma questa è stata la punta dell'iceberg, il vero delirio si è scatenato nel corso delle interviste con l'annuncio della divisione "episodica" del titolo. Giusta? Sbagliata? Non credo sia il momento di dirlo. Quello che ho capito è che Sqaure Enix sa della potenza mediatica del titolo, sa che i fan compreranno il gioco a prescinde (nonostante le lamentele) ma sa anche che i tempi stringono e uno sviluppo del genere permette di suddividere al meglio il lavoro per evitare grossi tonfi in occasione del rilascio (praticamente hanno indirettamente confermato il rilascio per il ventesimo anniversario). Sicuramente tra le critiche e le giustificazioni a questa scelta da parte dell'utenza, quella che mi ha fatto più ridere è stata questa: "Eh ma ragazzi anche il gioco originale era diviso su 3 dischi, è normale che suddividano anche questo". Un premio Nobel insomma.

P.S. In tutto questo ho una notizia che rassicurerà molti: la scena di Cloud travestito ci sarà.



"Are You a boy or a girl?"


Ecco se lo son chiesto in molti dopo l'annuncio, un po' a sorpresa di Ni No Kuni 2 durante la conferenza d'apertura riferendosi al biondo protagonista. È un maschio, per la cronaca, ed è il re di Gatmandù (o erede al trono comunque).
Cosa dire del nuovo gioco di Level - 5? Come il primo (che ancora devo completare perché giocato in un periodo inadatto) mi ha da subito intrigato per la direzione artistica, ancora una volta la collaborazione con i Ghibli si fa sentire. E sicuramente non vedo l'ora di scoprire quali saranno i nuovi famigli, nella speranza che l'intelligenza artificiale dei compagni venga migliorata per avere un combat system ancora più solido, come promesso dagli sviluppatori (gameplay e trama migliori si è detto nell'intervista al team).
Ovviamente il mistero che avvolge il titolo è "Sarà realmente un'esclusiva Playstation 4 totale e tombale o forse no?". Il gioco è stato infatti presentato come "Console Debut", il che lascia supporre ad un possibile approdo su future piattaforme  (io scommetto su NX o WiiU). 
In effetti quello che mi ha stupito durante la conference è l'incongruenza della presentazione di Ni No Kuni due e le dichiarazioni di Level - 5 che parlavano di un titolo in sviluppo in esclusiva per Playstation 4, ma che sarebbe stato presentato all'E3 2016. Le ipotesi potrebbero essere quindi due: 1) Ni No Kuni 2 è il titolo in esclusiva ma presentato anticipatamente in occasione della Playstation Experience, e quindi resterà un' esclusiva in maniera totale. 2) Il progetto di cui si parla è effettivamente un altro e verrà mostrato a Giugno come da programma (e in tal caso spero in una nuova IP). 
Insomma solo il tempo potrà darci una risposta.



Gli eroi della Galassia son sempre più carichi!


Altro giro, altro acquisto sicuro per il 2016. Ratchet and Clank arriva sul palco con uno scopo ben preciso, annunciare la data, ed è quello che è stato fatto (e qualcuno di mia conoscenza sa che regalo di compleanno farmi). Ma è stato comunque piacevole vedere come i ragazzi di Insomniac Games abbiano lavorato alla rivisitazione del primo incontro di un Lombax sognatore e di un robottino dal cuore d'oro. 
Nel corso delle interviste c'è stata anche l'occasione per il team di parlare della convivenza del gioco e del film e di come sia prodotti correlati ma allo stesso tempo separati, insomma nessuno dei due è inferiore all'altro.


Double-Fine non c'ha soldi


Ora, perché ho scritto "Double-Fine non ha soldi"? Perché è vero. Il team di Tim Schafer da anni continua a tirare avanti a fatica sfornando titoli che potevano essere molto di più se solo ci fossero stati finanziamenti maggiori dietro (andatevi a vedere il mio video su Brutal Legend per capire), titoli Kickstarter che son stati in parte assoggettati al volere dei fan ammazzando la creatività dello studio e infine, ovviamente le remastered di titoli storici.

Ora, tra i TGA dell'altro giorno e la Playstation Experience la software House ha presentato 5 progetti che, tranne un caso rientrano perfettamente in queste categorie.

Troviamo infatti Head Lander, nuova ed interessante IP con meccaniche legate al controllo di persone e oggetti grazie alla testa del protagonista che potrebbe rientrare nella prima categoria, Psychonauts 2, finanziato con Kickstarter e i grandi ritorni di Day of the Tentacle e Full Throttle. Ecco questi ultimi due non mi preoccupano (e anzi spero nel loro successo perché si è anche pensato allo sviluppo di un possibile secondo Brutal Legend in caso di successo commerciale), per Psychonauts 2 spero che la volontà degli sviluppatori sovrasti quella degli utenti ed infine incrociamo le dita per Head Lander.

Chi si salva? Beh lo spin-off di Psychonauts per Playstation VR, che andrà ad inserirsi fra il primo ed il futuro secondo capitolo della serie, e avrà alle sue spalle il sostegno economico di Sony. 
Insomma, speriamo che questo rilascio continuo di vecchie glorie e piccoli tentativi per provare qualcosa di nuovo permettano a questo talentuoso team di risalire dal baratro in cui sta lentamente scivolando (economicamente parlando).

Che c'è rimasto di Edith Finch?


Sapete? Non mi dilungherò con What Remains of Edith Finch, perché chi sta leggendo questo articolo mi conosce, e probabilmente conoscerà anche il gioco. Aggiungo solo che è degli stessi autori di Unfinished Swan ed il loro obiettivo è creare qualcosa di infinitamente più grande questa volta (e non solo per quanto riguarda le mere dimensioni di una mappa). Quindi, se siete tra quelli che son fermati alla pura conferenza d'apertura, che pensano che se un titolo non ha un nome altisonante non merita la vostra attenzione, beh, fatevi un favore, passate oltre, non fa per voi, non siete adatti :)


"Non sappiamo scrivere storie"


Marshan Lefleur di Runic Games si è così riferito parlando del suo team durante l'intervista dedicata ad Hob. O meglio, stando a Lefleur, è difficile coniugare efficacemente la narrativa tradizionale al mondo videoludico, arrivando ad ammettere che lui ed i suoi collaboratori non ne sono capaci. Ma questo non è per forza un punto a sfavore. Che cosa hanno deciso di fare quindi per ovviare a questo loro difetto? Beh semplicemente hanno sfruttato il mondo di gioco stesso per raccontare una storia, eliminando ogni forma di testo e affidando alla semplice comunicazione visiva questo arduo compito. Insomma, non una cosa totalmente nuova, c'è da ammetterlo, ma sicuramente efficace se sfruttata a dovere. A questo aggiungeteci un design che mi ha stregato e capirete perché questo titolo si trova qui.


Il Non-Gioco


Bound è certamente uno dei progetti più interessanti mostrati nel corso della Plyastation Experience. Un titolo che allo stesso tempo contiene al suo interno un anima puramente ludica da platform ma dalla quale si dissocia il più possibile abbandonando qualsiasi velleità punitiva che in favore di una narrativa forte e costantemente presente. I ragazzi di Plastic (autori di Datura e Linger in Shadows) hanno parlato di "Non-Gioco". Forse questo termine è un po' vago, ma la sfida non è forse da ricercarsi nello spezzare in assoluto qualsiasi preconcetto (impresa in cui già altri si son cimentati) ma farlo in un ambito come quello del mercato console, dove l'utenza è ancora legata ad un tipo di prodotti abbastanza unidirezionale in larga parte (basta vedere le lamentele mensili di molti giocatori Playstation all'annunci dei titoli gratuiti Playstation Plus). Insomma un progetto che ha sicuramente il suo punto forte in una filosofia chiara ed inequivocabile ulteriormente esaltata da un comparto artistico eccezionale, che prende spunta da svariate correnti d'arte moderna, e da una scelta di movenze che trova nella danza e nella figura della ballerina la sua massima espressione.


Figli della Madre Russia, la patria chiama!


Bene, solitamente concludo i miei "recap" delle conferenze con un titolo altisonante, che possa attirare l'attenzione fino alla fine del lettore, questa volta no, e devo essere sincero, visto l'interesse che ho per questo titolo non riesco a spendere più di tante parole. Per parlare di The Children of Tomorrow credo che bastino le parole degli sviluppatori e nulla più. Un titolo che promette tanto, forse troppo, ma che non vedo l'ora di scoprire e testare in prima persona.

Ora siamo veramente giunti alla fine, ma questo è solo un'assaggio di quella che è stata questa due giorni interamente dedicata al mondo Playstation, avrei potuto parlarvi di validissimi titoli come Firewatch (tenetelo d'occhio mi raccomando), dei vari annunci come Brutal, dell'arrivo in occidente di Yakuza 5 (di SEGA che ha confusione in testa con Yakuza 0), di Ni-Oh, Death's Gambit, Rain World  di Ono che ormai si è totalmente fuso il cervello (ma gli vogliamo bene per questo) e di molto altro ancora, ma sarebbe venuto un articolo lunghissimo e raffazzonato (e già ora non è che sia questo granché), ed ho quindi deciso di inserire soltanto quello che mi ha maggiormente attratto per un motivo o per un altro in quello che è stato un bell'evento con una buona apertura, ma non eccezionale.






Extra: Desaparesido!


Ok ok, c'è un piccolo extra, ovviamente non è tutto oro ciò che luccica. Molti si son lamentati di alcune assenze, ma la maggior parte giustificabili. Wild ad esempio è un progetto che non vedrà la luce almeno prima di due anni e a Parigi (poco più di un mese fa) è stato mostrato del nuovo materiale e, visto lo stato dei lavori avrebbe avuto poco senso riproporlo ora. Discorso simile si potrebbe fare per Horizon, presente a diversi eventi quest'anno quindi non fondamentale in questa fiera (voglio dire è stato portato persino alla Gamescom dove Sony non aveva neanche una conference), e per quanto concerne The Last Guardian non è stato mostrato effettivamente nulla di nuovo, ma il brand era presente con diverse features (Carte, Stand Interattivo, ecc...), probabilmente in vista del prossimo Jump Festa 2016. Quello che invece non ho mandato proprio giù è stata la mancata partecipazione di Tequila Works con il suo Rime. Uno dei titoli da me più attesi sin dall'annuncio e subito sparito. L'ultima dichiarazione del team a riguardo risale a circa un mese fa, in tale occasione avevano affermato "Presto potremo fornirvi nuovi dettagli". Eh ma quando arriva sto presto? Specie considerando che è di pochi giorni fa l'indiscrezione secondo cui la software house spagnola avrebbe avviato un secondo progetto per un titolo pensato per Playstation VR.
In sostanza Rime è al momento un Desaparesido.