sabato 29 settembre 2018

The Gardens Between: Recensione


Finalmente posso parlarvi a cuore aperto di The Gardens Between. Presentato lo scorso anno nel corso della Paris Games Week (fiera interessantissima e dal forte appeal mondano ma della cui esistenza, a quanto pare, molti tendono a dimenticarsene) mi ha sin da subito affascinato, finendo con il divenire uno dei protagonisti della mia ultima lista Most Wanted.
Ed ora eccomi qua per tentare di convincervi della bellezza della piccola perla creata dai ragazzi di Voxels Agents.


I ricordi d'infanzia, le avventure con gli amici, la voglia di scoprire il mondo e di dar vita a fantasia e creatività sono cose che accomunano tutti. The Garden Between cerca proprio di andare a ripescare quella magia che un po' tutti hanno sperimentato, raccontando una storia semplice quanto potente, quella di un'amicizia.
Niente traumi, niente argomenti emotivamente forti, ma forse proprio per questo le vicissitudini di Arina e Frendt risultano così efficaci, forse un po' stereotipate ma, in un certo senso, potenti.


È andando a ripescare da quel bacino di memorie e cliché della cultura anni '80/'90 che il titolo riesce a far risplendere la sua narrazione, parzialmente, emergente.
Il continuo rimando alla cultura pop e, sopratutto, a grandi classici della cinematografica di formazione come Stand by Me e I Goonies riesce a dar vita ad un'atmosfera unica, a tratti onirica che riesce ad esprimere al meglio un mondo così vicino ad ognuno di noi ma, allo stesso tempo, così intimo per i due piccoli protagonisti.


Ogni isola è un piccolo ecosistema da colori vivi ma delicati, che prende vita grazie ad un gameplay semplice ma incredibilmente efficace.
Tutto ruota attorno alla quarta dimensione. I mondi di gioco si muovono soltanto quando compiamo delle azioni con i nostri personaggi (un po' come in SUPERHOT) il cui potere è quello di riavvolgere il tempo semplicemente camminando.
Questo ha permesso agli sviluppatori di poter sbizzarrirsi con puzzle sempre interessanti ma mai complessi che non vanno a spezzare il ritmo ed il mood dell'esperienza ed integrandosi perfettamente con essa, anche a livello tematico.
C'è infatti tutto un discorso di fondo sulla precareità dell'adolescenza e della necessità di crescere ma anche sulla permanenza e l'importanza del ricordo come strumento di maturazione essenziale che viene perfettamente incanalato da questo tempo che, per quanto riavvolto, necessità di scorrere per poter giungere a qualcosa, ad un traguardo.


A corredo troviamo un comparto artistico che, come accennato, esalta l'idea di un racconto semplice, puro, delicato ma non meno intimo e potente, ed il tutto grazie a modelli dalle forme morbide ed una palette cromatica fatta di poche sfumatore e colori brillanti ma delicati.
A ciò si affianca una colonna sonora di ottima fattura che si accosta in maniera efficace alle azioni di gioco non risultando mai fuori posto.


The Gardens Between, con la sua semplicità riesce a farsi amare, senza strafare e con la chiara intenzione di voler raccontare una storia semplice nel conept ma sviluppata in maniera tutt'altro che banale.
Una piccola perla da non lasciarsi sfuggire (a meno che non siate mai stati bambini).


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